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Tecnica di sterilizzazione

  • sabrina
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  • 13 Settembre 2015
  • STERILIZZAZIONE DEI VASETTI PRIMA DELL’USO Sono un’appassionata di conserve fatte in casa e dopo aver letto e provato vari tipi di sterilizzazione dei vasetti, ho concluso che la migliore, a mio parere e’ proprio questa in forno a 100 gradi. La tecnica originale infatti che prevede la bollitura dei vasetti in acqua e’ sicuramente molto […]

    STERILIZZAZIONE DEI VASETTI PRIMA DELL’USO

    Sono un’appassionata di conserve fatte in casa e dopo aver letto e provato vari tipi di sterilizzazione dei vasetti, ho concluso che la migliore, a mio parere e’ proprio questa in forno a 100 gradi. La tecnica originale infatti che prevede la bollitura dei vasetti in acqua e’ sicuramente molto efficace, ma i suoi effetti decadono nel momento in cui estraiamo i vasi dall’acqua e li asciughiamo con un canovaccio pulito. Questa azione distrugge la sterilità di tutto il processo, poiché per quanto pulito il canovaccio non e’ sterile e non può che contaminare nuovamente le superfici E’ possibile evitare questa forma di contaminazione in modo parziale, ovvero estraendo i vasi dall’acqua con una pinza, per poi lasciarli asciugare all’aria. Anche questa tecnica non e’ la mia preferita, in quanto ci si troverà comunque di fronte a problemi di condensa o macchie di calcare da acqua dura. In ogni caso questa tecnica necessità di maggiori passaggi e manipolazioni da parte nostra, oltre a tempi più prolungati. Nella tecnica del forno invece i vasi vengono lavati e asciugati prima, in lavastoviglie se preferite, affinché subiscano un lavaggio vigoroso a 60 gradi, per poi essere sottoposti all’azione del calore.

    ECCO la TECNICA DEL FORNO:

    Lavare in lavastoviglie i vasetti e i coperchi o se preferite va benissimo anche un accurato lavaggio a mano.

    Accendere il forno statico a 100 gradi e mettere sulla teglia del forno i vasetti lavati e asciugati,con i rispettivi coperchi senza avvitarli (appoggiati) chiudere lo sportello del forno e puntare il timer a 1 ora.

    Terminato il tempo lasciare raffreddare lentamente i vasi nel forno chiuso. Intanto procedere con la preparazione della nostra ricetta.

    STERILIZZAZIONE DEI VASETTI RIEMPITI:

    Chiudere bene i vasetti, avvolgerli in canovacci e metterli in una pentola dalle pareti alte. Coprire con acqua fredda, fino a sommergere anche i coperchi dei vasi per almeno 2-3 cm e mettere sul fuoco. Portare a ebollizione con fiamma dolce. Contare 15 minuti dal momento dell’ebollizione per vasetti medio-piccoli  da 350 g, 20 minuti per vasetti fino a 500 g, 30 minuti per vasetti fino a 1 kg  e 45 minuti per vasetti  maggiori di 1 kg.

    Terminato il tempo di sterilizzazione, Spegnere il fuoco e lasciare raffreddare completamente. Estrarre i vasi, asciugarli e verificare che la capsula di sicurezza sul coperchio si sia abbassata. Etichettare con nome e data di esecuzione e riporre in luogo fresco e buio.

    CONSIGLIO: in base alla preparazione che sto sterilizzando in genere decido se lasciare i vasi nell’acqua bollente, garantendo un raffreddamento lento o se invece estrarre i vasi dall’acqua dopo aver rispettato i tempi di sterilizzazione/bollitura e riporli capovolti su un tagliere. Ad esempio, se si tratta di ricette dalla consistenza cremosa, come la passata di pomodori, una salsa dell’orto o i pomodorini al forno lascio i vasi in acqua, sottoponendoli ancora alla temperatura elevata. Se invece la ricetta che sto eseguendo e’ a base di frutta sciroppata o  una giardiniera di verdure, preferisco estrarre i vasi per favorire il raffreddamento più rapido. In questo modo fermo la cottura e non altero la consistenza del prodotto.

    Non mi resta che augurarvi buone ricette, sperando di avervi dato consigli utili. Grazie.

    Pomodorini al forno con origano di Sicilia

  • sabrina
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  • Sono una grande appassionata di pomodori e come già detto, il momento della scelta delle piante dell’orto e’ sempre di cruciale importanza.

    Sono una grande appassionata di pomodori e come già detto, il momento della scelta delle piante dell’orto e’ sempre di cruciale importanza. Continue reading “Pomodorini al forno con origano di Sicilia”

    Marmellata di uva clinto

  • sabrina
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  • 4 Settembre 2015
  • Clinto, Clinto e ancora Clinto. E’ giunto il tempo della vendemmia. Questi piccoli e preziosi grappoli risplendono sui rami della vite. Ogni mattina, sembrano un dipinto che deve ancora asciugare. Le foglie di vite e i chicchi d’uva violacei sono bagnati dalla rugiada della notte, i raggi del nuovo sole li accarezzano e nell’aria si […]

    Clinto, Clinto e ancora Clinto. E’ giunto il tempo della vendemmia. Questi piccoli e preziosi grappoli risplendono sui rami della vite. Ogni mattina, sembrano un dipinto che deve ancora asciugare. Le foglie di vite e i chicchi d’uva violacei sono bagnati dalla rugiada della notte, i raggi del nuovo sole li accarezzano e nell’aria si sente il loro profumo.  Devo ammettere che di fronte a questo scenario, non fatico molto a trovare nuove idee per realizzare ricette che li possano celebrare. Ogni anno preparo la marmellata di Clinto, una delle poche di cui mio marito e’ molto ghiotto, ma quest’anno ho perfezionato alcuni passaggi nella preparazione e il prodotto finale e davvero sublime. Ecco la ricetta.

    INGREDIENTI PER 3 Kg DI MARMELLATA (circa 8 vasetti):

    • circa 3 kg di uva clinto (2 kg di succo e polpa al netto dello scarto)
    • 1 kg di zucchero
    • il succo di 1 limone
    • 1 busta di pectina ( io ho usato fruttapec 2:1)

    PROCEDIMENTO:

    Per prima cosa sterilizzare i vasetti. Accendere il forno statico a 100 gradi e mettere sulla teglia del forno i vasetti  precedentemente lavati e asciugati,con i rispettivi coperchi senza avvitarli (appoggiati) chiudere lo sportello del forno e puntare il timer a 1 ora. Terminato il tempo lasciare raffreddare lentamente i vasi nel forno chiuso. Intanto procedere con la preparazione della marmellata.

    Staccare tutti i chicchi sani e maturi dai grappoli, lavarli e metterli a scolare nello scolapasta. Preparare il passaverdura e con molta pazienza iniziare a passare l’uva già pulita. Raccogliere il succo e la polpa in un contenitore graduato. Per la ricetta sono necessari 2 kg di frutta al netto dello scarto,mentre nel passaverdura rimarranno solo i semi e le bucce. Trasferire la crema di uva ottenuta in una pentola a pareti alte e unire il succo di 1 limone filtrato. A parte mescolare la busta di pectina con lo zucchero e unire al succo d’uva mescolando con la frusta. Amalgamare bene il composto.  Accendere il fuoco su fiamma media e portare a bollore , mescolando di tanto in tanto prima, poi continuamente quando inizierà a bollire. Dal momento del bollore calcolare 7- 8 minuti. Trascorso questo tempo spegnere il fuoco, eliminare la schiuma rosacea che si sarà formata in superficie e invasare a caldo nei vasetti precedentemente sterilizzati. Chiudere i vasi e capovolgere sul piano d’appoggio. Lasciare capovolti almeno 30 minuti, dopo di che raddrizzare nuovamente i vasi e lasciare raffreddare coperti con un canovaccio. A raffreddamento ultimato verificare che le capsule di sicurezza dei coperti si siano abbassate, garantendo così il sottovuoto. Etichettare e riporre in luogo fresco e buio. Queste marmellate si conservano bene anche per 2 anni e vanno bene sia per essere gustate in purezza a freddo o in ricette che richiedono cottura. In ogni caso dopo l’apertura, conservare in frigorifero.

    CONSIGLIO: sono una appassionata di conserve fatte in casa e dopo aver letto e provato vari tipi di sterilizzazione dei vasetti, ho concluso che la migliore, a mio parere e’ proprio questa in forno a 100 gradi. La tecnica originale infatti che prevede la bollitura dei vasetti in acqua e’ sicuramente molto efficace, ma i suoi effetti decadono nel momento in cui estraiamo i vasi dall’acqua e li asciughiamo con un canovaccio pulito. Questa azione distrugge la sterilità di tutto il processo, poiché per quanto pulito il canovaccio non e’ sterile e non può che contaminare nuovamente le superfici.  Nella tecnica del forno invece i vasi vengono lavati e asciugati prima per poi essere sottoposti all’azione del calore.