Rieccomi qui, con una ricetta tutta nuova. In convalescenza Continue reading ““Mezze maniche dei frati” in brodo di carne”
“Mezze maniche dei frati” in brodo di carne

Rieccomi qui, con una ricetta tutta nuova. In convalescenza
Rieccomi qui, con una ricetta tutta nuova. In convalescenza
Rieccomi qui, con una ricetta tutta nuova. In convalescenza Continue reading ““Mezze maniche dei frati” in brodo di carne”
Delle qualità delle ortiche e degli incontri casuali che ognuno verosimilmente ha fatto da bambino, ne abbiamo già parlato. Ma delle ortiche che di nuovo fanno capolino nelle romantiche campagne vestite d’autunno, ancora no.
Delle qualità delle ortiche e degli incontri casuali che ognuno verosimilmente ha fatto da bambino, ne abbiamo già parlato. Ma delle ortiche che di nuovo fanno capolino nelle romantiche campagne vestite d’autunno, ancora no. Continue reading “Strudel di sfoglia alle ortiche e Camembert”
La ricetta che voglio condividere oggi è una nuova versione tutta vegetariana per gustare le verdure ripiene.
La ricetta che voglio condividere oggi è una nuova versione tutta vegetariana per gustare le verdure ripiene. Continue reading “Verdure ripiene alla ricotta e sesamo nero.”
Vi dirò, la realizzazione di questo risotto e’ stata una sfida. Con il mio bottino di bacche di sambuco raccolte in montagna avevo deciso di farne una buona marmellata, ma perché non tenerne da parte qualche grappolo per realizzare anche un’altra ricetta? A questo punto, il mio dilemma si è manifestato in pieno, ponendomi il […]
Vi dirò, la realizzazione di questo risotto e’ stata una sfida. Con il mio bottino di bacche di sambuco raccolte in montagna avevo deciso di farne una buona marmellata, ma perché non tenerne da parte qualche grappolo per realizzare anche un’altra ricetta? A questo punto, il mio dilemma si è manifestato in pieno, ponendomi il quesito: ” ma qual’e’ il sapore del sambuco”? Non conoscendolo mi sono documentata un po’ sul web leggendo di un sapore dolce e floreale.
Decisamente perplessa, perché non volevo realizzare un risotto dolce, ho deciso di aggiungere cubetti di prosciutto cotto e “navigare a vista” seguendone i profumi e qualche assaggio. Per il resto tutto come di consueto per la realizzazione di un tradizionale risotto.
Alla fine il momento della verità. Impiattato e primo assaggio…… secondo assaggio………. Buono!
il mio risotto e’ saporito, il primo gusto che avverto e’ dato dal connubio tra prosciutto cotto e buon parmigiano, tuttavia quel che rimane in coda ad ogni boccone e’ un delicato profumo floreale, con un elegante aromaticità.
Le mie preziose bacche di sambuco, raccolte con tanta fatica mi hanno insegnato una lezione, rivendicando il loro profumo fino alla fine, nonostante i saporiti attacchi sferzati dal prosciutto e dal parmigiano, perché le vere protagoniste del piatto sono proprio loro con il loro profumo ed il loro colore che hanno saputo imprimere su tutta la pietanza.
INGREDIENTI PER 4 PERSONE :
PROCEDIMENTO:
In un tegame a pareti alte, far appassire lo scalogno con un filo di olio extravergine di oliva, a fiamma dolce.
Quando inizia a colorire aggiungere le bacche di sambuco, già lavate, tamponate e staccate dai rametti del grappolo. Continuare a far cuocere per circa 1 minuto mescolando spesso. Le bacche inizieranno a rilasciare il proprio succo.
Aggiungere i cubetti di prosciutto cotto, saltare anche questi per circa 1 minuto, poi incorporare il riso.
Farlo tostare con gli altri ingredienti fino a quando i chicchi appariranno lucidi.
È giunto il momento di versare qualche mestolo di brodo caldo per proseguire la cottura. Amalgamare spesso e prososeguire aggiungendo brodo fino a completa cottura del riso.
A fine cottura, spegnere la fiamma e mantecare con una noce di burro, il parmigiano grattugiato e una generosa grattugiata di noce moscata. Guarnire con qualche bacca fresca di sambuco e servire caldo.
Sarà la crisi economica, sarà la moda culinaria o forse la voglia di spingersi verso nuovi orizzonti e barricate da scavalcare, quel che è certo è la regola che in cucina non si butta via niente. Della mia curiosità culinaria vi ho già parlato, assaggiare qualcosa di nuovo, dai fiori sempre visti per le decorazioni […]
Sarà la crisi economica, sarà la moda culinaria o forse la voglia di spingersi verso nuovi orizzonti e barricate da scavalcare, quel che è certo è la regola che in cucina non si butta via niente. Della mia curiosità culinaria vi ho già parlato, assaggiare qualcosa di nuovo, dai fiori sempre visti per le decorazioni alle foglie sempre gettate come prodotto di scarto, decisamente l’idea di stuzzicare il palato con nuovi profumi mi elettrizza e forse dientro tutto questo c’è qualcosa di più…..
Mi piace pensare che in qualche modo è il nostro istinto di sopravvivenza ad emergere, qualcosa di ancestrale che ci insegna tutte quelle doti del vivere con ciò che offre la natura, rispettandola in tutte le sue forme, quasi a dirle che siamo molto grati per ciò che ci offre e non intendiamo certo sprecarlo o addirittura abusarne.
Così tra pensieri romantici e spiegazioni più razionali mi accingo ad utilizzare questi morbidi e profumati mazzetti di foglie che concentrano in se molti profumi. Nasce così una ricetta leggera e gustosa che elogia la carota in diverse forme e cotture.
INGREDIENTI:
PROCEDIMENTO:
Lavare bene e scolare le foglie delle carote.
Tagliarle finemente a coltello.
Versare il trito ottenuto in una ciotola con il parmigiano grattugiato, il pangrattato, le uova, e una buona grattugiata di noce moscata. Amalgamare bene.
Aggiungere il formaggio robiola ed amalgamare ancora fino ad ottenere un composto cremoso ed omogeneo.
Regolare di sale e pepe.
Imburrare gli stampini e cospargerli del pangrattato tenuto da parte. Versare 2-3 cucchiai di composto in ogni stampino, senza superare il margine , poiché in cottura tenderanno a gonfiarsi leggermente.
Infornare a 180 gradi per circa 15-20 minut. Sfornare e lasciare intiepidire.
Intantolavare e pelare le carote. Tagliarle in petali sottili utilizzando il pelapatate. Saltare le fettine ottenute in padella antiaderente a fiamma viva con un filo di olio extravergine di oliva, sale, pepe, il sesamo nero e il sesamo bianco per 3-4 minuti o fino a quando iniziano a dorarsi, pur mantenendo la croccantezza.
Impiattare con un letto di chips di carota al sesamo e i tortini di foglie al forno.
Sole e pioggia sono gli ingredienti ottimali per la mia amata rucola selvatica, che puntuale come ogni anno torna e cresce dove più le aggrada nel mio piccolo orto. Sferzata dal vento di questa strana primavera, vive fiera e spavalda, costringendomi a compiere quasi una danza mentre avanzo tra le varie colture e come se […]
Sole e pioggia sono gli ingredienti ottimali per la mia amata rucola selvatica, che puntuale come ogni anno torna e cresce dove più le aggrada nel mio piccolo orto. Sferzata dal vento di questa strana primavera, vive fiera e spavalda, costringendomi a compiere quasi una danza mentre avanzo tra le varie colture e come se ancora non la amassi abbastanza, mi regala anche tanti piccoli fiori di un giallo intenso e ottimo sapore, appagando la mia inarrestabile curiosità di fiori edibili. Dopo tante ricette classiche, oggi raccolgo un bel mazzetto di rucola e ne faccio dei piccoli Canederli, per realizzare quella ricettina che già da un po’ di tempo, occupa la mia mente e per completarla, un tradizionale brodo, per quanto buono avrebbe potuto bisticciare un po’ con il sapore deciso, quasi pungente della rucola, così scelgo di servirli con una crema tiepida di tonno, semi di sesamo e una punta di peperoncino, per un mix di sapori sorprendenti.
INGREDIENTI per 4 PERSONE:
PROCEDIMENTO:
Lavare bene la rucola, poi metterla a scolare per eliminare l’umidità in eccesso.
Intanto tagliare il pane raffermo a cubetti, versarli in una ciotola ed unire a questi la rucola tritata a coltello o se preferite con il mixer, procedendo ad impulsi per non surriscaldare le lame e alterare la qualità del prodotto. Aggiungere anche le uova intere, il latte, il pangrattato e il parmigiano grattugiato. Salare, pepare ed amalgamare bene il tutto.
Otterrete un composto compatto e ben maneggiabile. Con le mani prelevare piccole quantità di impasto e ruotarlo sul palmo per ricavarne delle palline che abbiano un diametro di circa 3 cm, poi passarle in un piattino in cui avremo versato poco pangrattato per impanarle ed evitare così che si attacchino tra loro.
Portare a bollore il brodo vegetale e cuocervi i Canederli ottenuti per 6-7 minuti o fino a quando tenderanno a salire in superficie.
Possiamo preparare ora la crema al tonno che fungerà da base e condimento dei nostri canederli. In un contenitore a pareti alte versare 2 mestoli di brodo caldo (quello della cottura dei camerali andrà benissimo), aggiungere 1 peperoncino piccolo se lo gradite, un pizzico di sale fino e il tonno già privato dell’olio di conservazione. Frullare il tutto con il frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema della consistenza desiderata.
Impiattare, versando un poco di crema di tonno in ogni piatto, adagiarvi i canederli caldi ben scolati, guarnire con i semi di sesamo bianco e nero e se li avete qualche fiore di rucola. Servire caldo.
CONSIGLIO: i candelieri che non cuocete, potete congelarli, mettendoli in freezer direttamente con il vassoio rivestito di carta da forno. Solo quando saranno già congelati, potrete trasferirli dal vassoio ai normali sacchetti da freezer. Al momento di consumarli, basterà versarli direttamente nel brodo bollente e cuocerli come di consueto.
In dispensa conservo ancora un poco di funghi secchi acquistati in montagna la scorsa estate. Li conservo come gemme preziose centellinandoli poiché ne bastano davvero pochi grammi per godere di tutto il loro profumo. Del mio amore per la montagna non ne ho fatto un mistero e la nostalgia di quei luoghi incantati, mi spinge […]
In dispensa conservo ancora un poco di funghi secchi acquistati in montagna la scorsa estate. Li conservo come gemme preziose centellinandoli poiché ne bastano davvero pochi grammi per godere di tutto il loro profumo.
Del mio amore per la montagna non ne ho fatto un mistero e la nostalgia di quei luoghi incantati, mi spinge a cercarli nei piatti che cucino. Sogno i monti, i loro profumi, l’aria fresca e profumata delle mattine estive, il tintinnio delle campane ai pascoli, il fruscio del vento nei boschi e l’incessante scorrere vivo e vivace delle acque di torrente. Ma sopratutto la mia mente che arriva carica di stress e stanchezza fisica, per iniziare a rigenerarsi non appena intravedo il profilo dei monti avanzando sull’autostrada……ecco quello è il momento che preferisco quello in cui le mie labbra si allargano in un sorriso, mentre il più bello lo serbo solo per me, è il mio cuore che sorride e freme.
INGREDIENTI PER 4 PERSONE:
PROCEDIMENTO:
Circa 2 ore prima di preparare il risotto ammollare i funghi gallinacci secchi in acqua tiepida.
Giunto il tempo di preparare il risotto, tritare fine lo scalogno e farlo appassire nel tegame con il burro. Prima che inizi a colorire aggiungere i funghi gallinacci scolati e tagliati grossolanamente a coltello (non gettare l’acqua d’ammollo dei funghi) e una buona macinata di pepe bianco. Amalgamare bene.
Unire il riso e farlo tostare a fiamma viva per 1-2 minuti o fino a che i chicchi risulteranno lucidi, sfumare con il vino bianco. Amalgamare bene poi irrorare con l’acqua d’ammollo dei funghi filtrata per eliminare eventuali residui di terriccio. Quando anche questa sarà stata assorbita dai chicchi di riso, terminare la cottura aggiungendo mestoli di brodo vegetale tenuto in caldo.
A cottura ultimata spegnere il fuoco ed incorporare il parmigiano grattugiato, una generosa grattugiata di noce moscata ed infine mantecare con la panna fresca. Se necessario regolare di sale. Il risultato è un risotto saporito e cremoso in cui la panna ammorbidisce il sapore più tenace dei funghi gallinacci essiccati, senza tuttavia coprirli.
Ed ecco gli ultimi pomodori della stagione. Rossi e brillanti, come superstiti di un tempo passato.
Ed ecco gli ultimi pomodori della stagione. Rossi e brillanti, come superstiti di un tempo passato. Continue reading “Pomodori gratinati ai fiori di basilico viola”
Di rientro dalle vacanze trascorse in Trentino Alto Adige, con i nostri bimbi quadrupedi che dormono sereni sul sedile posteriore, io e mio marito facciamo un bilancio di questi straordinari giorni. Relax, monti, natura ,boschi, torrenti, laghi, cascate e epiche mangiate alle malghe. Deliziosi piatti della tradizione montana, sapori ricchi e prodotti tanto profumati quanto genuini. […]
Di rientro dalle vacanze trascorse in Trentino Alto Adige, con i nostri bimbi quadrupedi che dormono sereni sul sedile posteriore, io e mio marito facciamo un bilancio di questi straordinari giorni. Relax, monti, natura ,boschi, torrenti, laghi, cascate e epiche mangiate alle malghe. Deliziosi piatti della tradizione montana, sapori ricchi e prodotti tanto profumati quanto genuini. Così l’ultimo giorno l’abbiamo dedicato alle tappe culinarie, per portare in pianura un po’ di sapore Trentino. Speck, grana, formaggi tipici, vino, funghi, ricotta e burro di malga. Oggi dopo aver disfatto le valigie, corro nella mia cucina per ricreare subito un piatto nostalgico e non sprecare i prodotti freschi facilmente deperibili. Inizio con la meravigliosa ricotta fresca e a poco a poco l’impasto di questi gnocchi voluminosi e soffici, conditi con buon burro di malga ed erba cipollina fresca, prende forma. Una manciata di grana grattugiato, pepe e il piatto è pronto. Semplice e gustoso, se chiudo gli occhi posso quasi rivedere i monti che ci fanno da cornice e sentire la ruvidezza del tavolo in legno.
INGREDIENTI per 4 PERSONE:
PER IL CONDIMENTO:
PROCEDIMENTO:
Lavorare bene la ricotta fresca con una spatola, fino ad ottenere una consistenza cremosa, aggiungere i 40 g di farina, 35 g di pangrattato, 50 g di grana stagionato grattugiato, 1 uovo intero, una macinata di noce moscata e il latte.
Amalgamare bene gli ingredienti. Risulterà un composto umido e abbastanza soffice. Non vi preoccupate perché non si lavora con le mani, per cui non aggiungete farina.
A parte miscelare in un piatto la farina e il pangrattato avanzati.
Con l’aiuto di 2 cucchiai iniziate a prelevare piccole porzioni di impasto e formare delle quenelle, raccogliendo l’impasto da un cucchiaio all’altro.
Non è’ necessario un lavoro troppo preciso, poiché in cottura perderanno un po’ i margini, l’importante è che riusciate a compattare bene l’impasto, come una polpettine tenera.
Adagiare le quenelle ottenute nel piatto con la miscela di farina e pangrattato e rigirarle per farla aderire bene alla superficie.
Portare a Bollore abbondante acqua salata e deporvi con delicatezza 4-5 gnocchi per volta. Aspettare che riaffiorino in superficie, senza mescolare con il mestolo. A questo punto possiamo scolarli e adagiarli direttamente sul piatto di portata. Continuare in questo modo fino ad esaurimento del composto.
Intanto far sciogliere il burro con l’erba cipollina tagliata a pezzettini e il dado classico, nel microonde a 400 watt per 1 minuto.
Condire gli gnocchi con il burro fuso aromatizzato all’erba cipollina, il grana grattugiato e una macinata di pepe fresco. Servire caldo
Continua l’inarrestabile crescita della rucola nel mio orto, come l’incessante voglia che mi spinge a cucinarla in tutti i modi possibili. L’ingrediente fresco e genuino c’è, il profumo e la sua piccantezza anche, non resta che mettersi ai fornelli e sporcarsi le mani di farina per godere di questi gnocchetti teneri e aromatici, che si […]
Continua l’inarrestabile crescita della rucola nel mio orto, come l’incessante voglia che mi spinge a cucinarla in tutti i modi possibili. L’ingrediente fresco e genuino c’è, il profumo e la sua piccantezza anche, non resta che mettersi ai fornelli e sporcarsi le mani di farina per godere di questi gnocchetti teneri e aromatici, che si scoprono boccone dopo boccone, sbalorditi per l’uso della rucola in cottura e la semplicità del piatto.
INGREDIENTI PER 4 PERSONE:
PROCEDIMENTO:
Lavare la rucola in acqua fresca, poi lasciarla scolare bene.
In una pentola a pareti alte , far appassire lo scalogno tagliato fine con una noce di burro. Prima che inizi a colorire, aggiungere la rucola spezzettata grossolanamente e far appassire anche questa a fiamma viva, mescolando spesso.
A parte portare ad ebollizione il latte con un pizzico di sale fino.Quando avrà raggiunto il bollore, spegnere il fuoco ed unire la rucola fatta appassire.
Frullare con il frullatore ad immersione. Unire i 350 g di farina ed amalgamare bene con il cucchiaio, fino a far assorbire tutto il latte. Versare il composto ottenuto sulla spianatoia infarinata e lasciare raffreddare. Quando sarà intiepidito, aggiungere un uovo intero ed impastare a mano fino ad ottenere un composto omogeneo, che rimanga soffice ma no si attacchi alle mani, se necessario aggiungere poca farina.
Prelevare piccole porzioni di impasto, farle arrotolare sulla farina, per formare dei filoncini e tagliare i gnocchetti. Proseguire fino ad esaurimento del composto. Cuocere i gnocchi ottenuti in abbondante acqua salata per pochi minuti, quando affiorano in superficie sono cotti. Scolarli e aggiungerli al tegame in cui avremo fatto “sudare” a fiamma dolce la pancetta con lo spicchio di aglio e pepe macinato fresco saltare qualche minuto a fiamma viva, poi spegnere la fiamma, aggiungere il parmigiano grattugiato, se necessario aggiustare di sale, amalgamare e servire caldo.